La lenticchia è una leguminosa ed in particolare è una specie dicotiledone annuale, molto coltivata per la granella commestibile.
Diverse sono le varietà di lenticchie. I frutti sono dei baccelli che contengono due semi rotondi appiattiti. Le lenticchie fanno parte dei legumi secchi apprezzati in Europa anche se la produzione mondiale non è elevata. La specie comprende quattro sottospecie principali:
> Lens culinaris subsp. Culinaris (lenticchia coltivata), qualche volta considerata una specie distinta
> Lens culinaris subsp. Odemensis
> Lens culinaris subsp. Orientalis
> Lens culinaris subsp. Tomentosus
Come attestato da reperti archeologici, le lenticchie vengono consumate sin dall’età preistorica, e da sempre sono considerate la carne dei poveri, proprio come i fagioli ed i legumi in genere. I fossili dimostrano che le lenticchie sono i legumi più antichi sfruttati in ambito alimentare, tant’è che l’impiego di queste ”lenti” viene citato anche nella Bibbia.
E’ usanza popolare oramai, consumare lenticchie a Capodanno, come augurio di prosperità, fortuna e ricchezza per l’anno appena iniziato. Tale usanza è dovuta alla particolare forma a lente di questi legumi che ricorda quella di una moneta.
Come tutti i legumi, le lenticchie rappresentano un’ottima fonte di proteine, fibre, ferro, magnesio e potassio. E’ stato stimato che il loro contenuto in ferro sia di gran lunga superiore rispetto alla carne, malgrado l’assorbimento del ferro sia pressoché ridotto e le proteine di scarso valore biologico. Infatti, le proteine contenute nelle lenticchie (e nei legumi in genere) sono carenti di alcuni aminoacidi essenziali fra cui la cisteina e la metionina e da ciò ne consegue una minore assimilazione di tutti gli aminoacidi.
E’ quindi consigliato associare le lenticchie a pasta o a cereali, per ovviare a questo inconveniente. Inoltre, le lenticchie sono molto nutrienti ed hanno un alto valore energetico: 100 grammi di prodotto apportano infatti 291 kcal.
I loro costituenti principali sono: carboidrati (51%), proteine (23%), fibre (14%), grassi (1%) e acqua.
Nelle lenticchie sono inoltre contenuti alcuni composti chimici molto importanti, tra cui:
> Isoflavoni (potenti antiossidanti);
> Tiamina (utile per la memoria e la concentrazione);
> Vitamina B3 (un potenziale antiossidante, importante per equilibrare il metabolismo energetico e ridurre i trigliceridi nel sangue
Per tutti questi motivi, il consumo di lenticchie dovrebbe divenire una sana abitudine se non quotidiana almeno settimanale.
Ad ogni modo, le lenticchie sono sconsigliate per i malati di gotta e di uremia, perché fonte di purine.
Da non dimenticare, infine, che le lenticchie non dovrebbero mai essere consumate crude per la presenza di sostanze antidigestive, distrutte durante la cottura.
Attività terapeutiche
Le lenticchie sono particolarmente indicate per chi soffre di anemia, affaticamento fisico e mentale e denutrizione. Inoltre, sono ricche di fibre – dunque facilitano il transito intestinale – e di antiossidanti, utili per contrastare l’attività dei radicali liberi. Sembra che le lenticchie siano indicate anche per i diabetici perché rallentano l’assorbimento dei carboidrati, evitando picchi glicemici.
Da ultimo, ma non per importanza, alle lenticchie sono attribuite proprietà galattofore: a tal proposito, sono particolarmente indicate alle mamme che allattano il piccolo al seno perché sembrano stimolare laproduzione di latte e mantenerla costante nel tempo.
L'articolo Lenticchie: perché conviene mangiarle? sembra essere il primo su Gazzetta Gastronomica.